I DATI DELL'ANALISI CONGIUNTURALE 'QUELLI DELLE AREE ARTIGIANALI 4'

News / Varie - giovedì 22 ott 2015 | A cura dell'Ufficio Stampa


Per il quarto anno consecutivo, Confartigianato, con una propria rilevazione, mette in evidenza difficoltà e prospettive delle piccole e medie imprese insediate nelle aree artigianali di Ravenna.
 
Non interessano, giornalisticamente, né hanno rilevanza culturale e artistica come i lavori di Piazza Kennedy, ma nelle aree artigianali, che per molti sono zone semi sconosciute, operano centinaia di piccole e medie imprese che in questi anni di durissima recessione economica hanno garantito e continuano a garantire lavoro e quindi reddito a migliaia di persone.
 
Continuare nell’azione di promuovere il mondo della piccola e media impresa, che sta combattendo da molti anni contro la crisi economica che si è abbattuta ovviamente anche nel nostro territorio, è la motivazione che ci ha animato a chiedere, per il quarto anno consecutivo, 'come va?' alle nostre imprese associate insediate nelle aree artigianali, tramite l’invio di un questionario e la successiva elaborazione dei dati ricevuti. Questa è l’indagine che definiamo “Quelli delle aree artigianali”, prendendo in esame alcuni parametri aziendali quali: fatturato, ordini, personale dipendente, esportazioni, tempistiche di pagamenti, investimenti.
 
Il 40% delle imprese intervistate ha un massimo di 9 addetti (il 33% da 10 a 19 addetti e il 27% oltre i 19 addetti).
 
Nel 2015, rispetto il 2014 il 40% delle imprese intervistate dichiara una diminuzione di fatturato che, pur rallentando il proprio trend, conferma un dato negativo.
 
Le previsioni per il 2016: il 26,8% prevede un’altra diminuzione del fatturato, il 20% delle imprese presume di avere un andamento analogo a quello del 2015, mente un altro 20% prevede un miglioramento delle proprie perfomances. 
Per quanto riguarda il versante del personale dipendente, nel 2015 il 26,6% delle imprese dichiara di aver avuto personale che si è dimesso o è stato licenziato, il 6,6% ha dichiarato di aver utilizzato gli ammortizzatori sociali e quasi la metà degli intervistati ha fatto delle assunzioni, un dato quest’ultimo positivo che controbilancia il dato del personale dimesso o licenziato. 
 
Per quanto riguarda il prossimo anno, nessuna delle imprese intervistate pensa di dover utilizzare la cassa integrazione o altri tipi di ammortizzatori sociali.
 
Tempi di pagamento: la quasi totalità delle imprese utilizza come modalità di pagamento quella a 60 e 90 giorni che interessa rispettivamente il 35% e il 50% del fatturato. Il 40 % del fatturato delle imprese ha purtroppo modalità di pagamento superiore a 120 giorni. E questo, nonostante tutti gli sforzi, è un dato che registra un peggioramento rispetto lo scorso anno. 
Infatti il 55% degli intervistati ha registrato nel 2015 un aumento dei ritardi di pagamento che mediamente supera del 20% la tempistica definita contrattualmente.
 
Sul piano degli investimenti si evidenzia che negli ultimi tre anni il 60% delle imprese ha fatto investimenti utilizzando per il 34% il credito ordinario o le leggi d’incentivo, per il 28% tramite i Consorzi Fidi o Leasing e, nel 20% dei casi, utilizzando congiuntamente più forme di finanziamento.
 
Dal 1° gennaio 2015, nell’Area Artigianale Bassette, viene effettuata la raccolta dei rifiuti con il sistema puntuale. Ogni azienda ha i propri contenitori ed è stata eliminata la raccolta mediante i classici cassonetti lungo le strade. 
Il giudizio che danno le imprese su questo servizio: per il 35% degli intervistati si tratta di un ‘buon servizio’, il 55% lo ritiene ‘sufficiente’ ed il 10% ‘insufficiente’.
 
Ma quanto paga, di imposte comunali, un immobile in un’area artigianale, tra IMU e TASSA RIFIUTI?
Prendendo ad esempio un capannone-tipo di 2.000 metri quadrati, di categoria catastale D7, con rendita catastale di 6.000 euro (l’esempio potrebbe riferirsi a un’officina metalmeccanica): 10.800 euro nel 2015 a fronte dei poco più di 7.000 euro pagati nel 2011 (incremento superiore al 52%)
 
Per Confartigianato l’insieme di questi dati dimostra come gli imprenditori ravennati siano convinti che l’apice della crisi sia stato superato. Non abbiamo registrato entusiasmi e, ancora, molti imprenditori sono in attesa che l’economia riprenda a girare davvero.
La loro caparbietà ha garantito – e siamo convinti che garantirà ancora in futuro – benessere per il nostro territorio. In quest’ottica è necessario e non più rimandabile che Enti ed Istituzioni attuino concretamente quelle azioni ‘virtuose’ (riduzione della spesa pubblica e dei tempi burocratici, alleggerimento del carico fiscale e parafiscale) che spesso rimangono solo degli annunci. O, peggio, quando ci troviamo di fronte, anziché a provvedimenti rivolti alla crescita del sistema imprenditoriale, come nel caso del PAER 2020, a normative di freno allo sviluppo dell’economia perché rivolte solo alle utopie ambientalistiche.
 

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