LA SEMPRE MAGGIORE IMPORTANZA DELL'IMPRENDITORIA FEMMINILE

News / Ufficio sindacale - giovedì 07 mar 2024 alle 11:37 | A cura dell'Ufficio Stampa


La Confartigianato regionale ha voluto celebrare la 'Giornata internazionale delle donne' con una tavola rotonda sul tema 'Imprenditoria e leadership femminile in Emilia-Romagna' che si è svolta mercoledì 6 marzo nella sede bolognese della Federazione, con la presenza di Davide Servadei, presidente Confartigianato Emilia-Romagna, Cinzia Ligabue, presidente Gruppo Donne Impresa Confartigianato Emilia-Romagna, Emanuela Bacchilega, presidente Confartigianato Ravenna, Daniela Pedduzza, presidente di Confartigianato Cesena e, in collegamento da remoto, Elisabetta Pistocchi, direttrice di FORMart Emilia-Romagna.
L’incontro, coordinato dal giornalista e coach Massimo Calvi, sarà visibile online su Youtube, Facebook e LinkedIn di Confartigianato Emilia-Romagna a partire dalle ore 8 dell’8 marzo.


Al centro dell'incontro la recentissima rilevazione del Centro Studi di Confartigianato Emilia-Romagna (PDF allegato), che evidanzia come le donne in Emilia-Romagna trainino il recupero dell'occupazione indipendente.
L'analisi dei dati trimestrali, infatti, evidenzia che al terzo trimestre 2023 (media ultimi quattro trimestri) in Emilia-Romagna l'occupazione indipendente per le donne sale del 9% su base annua, pari a 12mila unità in più, che contribuiscono al 41,7% dell’incremento complessivo dell’occupazione indipendente nel 2023, a fronte del +6,4% rilevato per gli uomini. Tale risultato posiziona l’Emilia-Romagna prima tra le maggiori regioni per incremento di imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome.

'Un dato molto importante, se si pensa che dopo la pandemia vi era stato un crollo delle imprese gestite da donne - ha detto Cinzia Ligabue - Le donne sono disponibili a mettersi in gioco, ma serve un nuovo tipo di welfare con politiche sociali, nazionali e regionali, adeguate che ci permettano di svolgere un lavoro e, nello stesso tempo, di poter gestire una famiglia. Confartigianato Donne Impresa è fortemente impegnata perché ciò avvenga. Fare l'imprenditrice è faticoso, ci sono tante responsabilità, però è impagabile e le soddisfazioni sono tantissime, non ultima quella di potere aiutare altre donne. Il PNRR ha messo a disposizione 10 milioni di euro per la certificazione di parità di genere, che sicuramente aiuta le imprese, grandi o piccole che siano, a rivedere quello che è il mondo del lavoro, favorisce il cambio di mentalità e in più concede delle premialità a chi si certifica'.

'Io credo che questa spinta all'autoimprenditorialità nasca anche dall’esigenza della donna di avere una certa autonomia per poter far convivere il proprio lavoro con la cura della famiglia
- ha sottolineato Emanuela Bacchilega, imprenditrice bagnacavallese e Presidente di Confartigianato della provincia di Ravenna - e in questo senso aprire una propria impresa ti può aiutare a gestire meglio i tempi.
La certificazione per parità di genere è uno strumento utile, alla quale possono accedere tutti i tipi di imprese. Ti qualifica come realtà imprenditoriale e negli appalti pubblici ti può aiutare. Noi facciamo sostenibilità da tempo. Il mio settore, quello della moda, sta vivendo un momento davvero difficile. Ma nello stesso tempo è anche uno di quelli più sensibili ai temi della sostenibilità. Allora sono convinta che per avere un futuro dovremo aprire in maniera forte alle nuove generazioni che ci hanno insegnato a voler bene al nostro pianeta e alla comunità nella quale viviamo. Ci hanno costretti a fermarci e a ragionare per capire quali sono davvero le priorità'.

'I dati sono sicuramente confortanti e interessantissimi, ma il percorso per la parità è ancora lunghissimo
- è stata la riflessione di Daniela Pedduzza - negli ultimi dieci anni le professioni derivanti da percorsi scientifici hanno visto una carenza di personale femminile, le donne faticano più degli uomini a intraprendere questo percorso. Se oggi nel territorio regionale in questi ambiti aumentano le aziende a conduzione femminile è sicuramente confortante perché significa che siamo riusciti a rendere appetibili tra i giovani dei percorsi che in passato non lo erano. Bisogna però fare in modo che queste imprese abbiano la possibilità di reggere nel tempo, anche di fronte a quelle difficoltà che emergeranno. Certo, per fare l'imprenditrice bisogna volerlo fortemente perché ancora adesso non esiste un salvagente sociale che possa aiutare una mamma imprenditrice che decida di mettere su famiglia'.

'Quando parliamo di leadership è bene avere chiaro che non esistono delle competenze solo maschili o solo femminili, ma una serie di abilità e di capacità che ogni individuo, indipendentemente dall'appartenenza di genere, può sfruttare per ottenere una leadership efficace
- è la precisazione di Elisabetta Pistocchi - ovviamente però ci sono delle caratteristiche che appartengono specificatamente a una leadership femminile: una capacità empatica sicuramente più sviluppata, la tendenza a una comunicazione efficace, il famoso multitasking, ovvero la capacità di fare più cose contemporaneamente, la gestione delle relazioni. Tutte caratteristiche che incidono positivamente nell’ambito lavorativo e che la formazione sicuramente può esaltare, finalizzandole agli obiettivi che si vogliono raggiungere'.

'I dati fanno emergere un ruolo di primo piano della nostra Regione in ambito europeo sul fronte dell’imprenditoria femminile. Significa che la strada imboccata è quella giusta, ma dobbiamo essere consapevoli che c’è ancora molta strada da fare
- è stata la conclusione del Presidente regionale di Confartigianato Davide Servadei - L’idea di essere libere all'interno della propria azienda è un aspetto grandioso, anche se, soprattutto per le donne, significa grandi sacrifici. Il lavoro d'impresa è strettamente connesso con quello di gestione della famiglia e in questo senso le donne non smettono mai di lavorare. Qui abbiamo tre donne che sono riuscite a coniugare con soddisfazione lavoro e famiglia, ciò significa che è possibile. Ma proprio perché siamo consapevoli che è difficile, il nostro impegno come associazione deve essere molto forte in questa direzione, per favorire percorsi di inclusione che aiutino le donne a potersi esprimere in ambito lavorativo e imprenditoriale, senza essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro'.


Alcuni numeri elaborati dal Centro studi
• In Emilia-Romagna l'occupazione indipendente per le donne sale del 9% su base annua, pari a 12mila unità in più, che contribuiscono al 41,7% dell’incremento complessivo dell’occupazione indipendente nel 2023, a fronte del +6,4% rilevato per gli uomini. Tale risultato posiziona l’Emilia-Romagna prima tra le maggiori regioni per incremento di imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome.
• Tra 233 regioni europee (Nuts 2) tra le prime dieci regioni per numero di occupate indipendenti, cinque sono italiane, tra cui figura l’Emilia-Romagna in ottava posizione con
122 mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome.
• Sono 92.388 le imprese femminili presenti sul territorio regionale nel 2023. Di queste imprese il 22,7%, pari a 20.962 unità sono artigiane e rappresentano il 17,3% dell’artigianato totale. si tratta di un’impresa su cinque (21,1%) che opera nella nostra regione.
• l’incremento della domanda di tecnologie digitali si riverbera in modo positivo sulle imprese femminili artigiane, poiché tra i comparti in crescita al primo posto per miglior performance
troviamo proprio le attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici.
• Cresce (+18%) la domanda di donne con elevate competenze 4.0 (IA, analisi dei big data,ecc.).
• Gli ultimi dati Istat-BES disponibili riferiti all’anno 2022 segnalano che ancora una volta le migliori performance per le donne, rispetto agli uomini, si rilevano con riferimento al campo dell’istruzione e della formazione.
• In Italia il 22% di aziende sono guidate da donne, dato inferiore alla media Europea che è del 32% Di questo 22%, l'11% è formato da donne sotto i 35 anni e il 37% delle imprese femminili vengono create al Sud. Purtroppo una donna su tre dopo aver fatto il primo figlio abbandona il lavoro perché sovraccaricata dall'attività di cura. Chi smette fa poi fatica a ritrovare un lavoro, il 39% in Europa e il 65% in Italia.


Nella foto in alto, da sinistra Emanuela Bacchilega, Cinzia Ligabue, Davide Servadei, Daniela Pedduzza.


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