PNEUMATICI FUORI USO, NUOVI IMPEGNI DEL MINISTERO E DEL GOVERNO

News / Ambiente, sicurezza e qualità - lunedì 12 mag 2025 alle 11:06 | A cura dell'Ufficio Stampa


Dopo 14 anni di servizio, il sistema nazionale di raccolta e avvio a trattamento degli pneumatici fuori uso ha bisogno di fare un tagliando. Anche quest’anno, in corrispondenza con il cambio stagionale, il meccanismo che dal 2011 dovrebbe garantire l’intercettazione degli pfu su tutto il territorio nazionale, in virtù del regime di responsabilità estesa del produttore, si sta ingolfando ed i copertoni sostituiti si accumulano sui piazzali di gommisti, officine e ricambi auto, esponendo gli operatori al rischio di sanzioni amministrative e, nei casi peggiori, anche di denunce penali.
Secondo una stima di Confartigianato nazionale, sarebbero già più di 450 le tonnellate non ritirate.

A pesare sul sistema sono soprattutto le quantità immesse a mercato in maniera irregolare, in evasione del contributo ambientale per la raccolta, impossibili da tracciare e quindi destinate a restare fuori dalle quote affidate ogni anno dal Ministero dell’Ambiente ai consorzi collettivi e individuali dei produttori. Pneumatici venduti in nero oppure su piattaforme e-commerce non a norma, che il vice presidente della Camera Sergio Costa, in occasione di un incontro sul tema organizzato a Montecitorio, ha stimato dalle 30 alle 40 mila tonnellate.
Ora, ha detto Costa, senza dimenticare quanto di buono è stato fatto, è necessario capire dov’è che il sistema è inciampato e intervenire.

Una prima risposta, ha garantito il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) dovrebbe arrivare con il nuovo registro informatico dei produttori e importatori di beni soggetti a responsabilità estesa del produttore, istituito lo scorso anno dopo una lunga attesa ed ora ufficalmente operativo. Uno strumento nato per garantire maggiore tracciabilità e trasparenza, fornendo dati che ci consentiranno al Ministero di andare più a fondo nelle criticità del sistema.

Nell’attesa che il nuovo portale faccia emergere le quote di pneumatici ‘fantasma’, l’appello degli operatori è a riattivare nel breve termine anche per il 2025 l’obbligo di extra raccolta che negli ultimi anni ha consentito di tamponare il problema degli accumuli, chiedendo ai consorzi di aggiungere una quota ulteriore rispetto al 95% di raccolta cui sono obbligati per legge. Anche perché nel 2024 l’extra target del 10% è stato fissato solo a ottobre e, secondo le associazioni artigiane, non è stato sufficiente per evadere i quantitativi pregressi di pfu accumulati, nonostante gli sforzi dei principali sistemi collettivi dei produttori. Ecopneus ad esempio rileva di aver intercettato, lo scorso anno, oltre 168 mila tonnellate di pfu, rispondendo a più di 45 mila richieste di prelievo e andando oltre il 110% della raccolta.

Tema che intreccia un altro elemento di criticità, ovvero la frammentazione della governance del sistema di responsabilità estesa e l’eterogeneità dei soggetti coinvolti, che oltre a impedire lo svolgimento di servizi efficienti di raccolta su tutto il territorio nazionale generano zone d’ombra che potrebbero nascondere pericolosi fenomeni di ‘free riding’: operatori che dichiarano di assolvere agli obblighi della responsabilità estesa, magari in forma individuale, ma che in realtà non lo fanno. Lasciando anche in questo caso a terra PFU che invece avrebbero dovuto raccogliere. Nodi da sciogliere ovviamente anche attraverso un lavoro legislativo che garantisca l’efficacia della copertura su tutto il territorio nazionale e l’adeguatezza degli operatori, per dare continuità a un settore che contribuisce a fare del nostro paese un fronte avanzato dell’economia circolare.

Su questo tema Confartigianato continuerà a premere su Ministero e Governo affinchè si giunga a risposte efficaci a favore delle aziende interessate.


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