SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE: ANNULLATI I PRINCIPALI VINCOLI DELLA RIFORMA NCC

News / Associazioni di mestiere - martedì 18 nov 2025 alle 10:39 | A cura dell'Ufficio Stampa


La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 163 del 4 novembre 2025, ha annullato alcune delle disposizioni più restrittive contenute nel decreto interministeriale 226/2024 e nelle relative circolari applicative.
Si tratta di una decisione che cambia radicalmente il quadro normativo e rappresenta un passaggio decisivo per la tutela della categoria degli esercenti NCC.

Secondo la Corte, lo Stato è intervenuto con strumenti sproporzionati rispetto al fine dichiarato di garantire una leale concorrenza con il servizio taxi, invadendo invece l’area di competenza delle Regioni relativa al trasporto pubblico locale.
Per questo motivo sono stati accolti i ricorsi promossi dalla Regione Calabria, con l’annullamento delle previsioni ritenute illegittime.

I tre pilastri della riforma NCC annullati
La sentenza ha eliminato tre previsioni chiave che limitavano l’operatività degli esercenti NCC:
• eliminato il vincolo temporale di venti minuti: non è più obbligatorio il lasso di tempo di almeno 20 minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio NCC nei casi in cui quest’ultimo non parta dalla rimessa. La Corte ha definito tale vincolo una «misura sproporzionata rispetto alla finalità antielusiva», che mirava a riservare l’utenza indifferenziata ai soli titolari di licenze taxi;
• annullato il divieto di contratti di durata: eliminato il divieto di stipulare contratti di durata con operatori NCC a soggetti che svolgono, anche in via indiretta, attività di intermediazione. Questo divieto era considerato una limitazione diretta dell’autonomia contrattuale;
• cancellato l’obbligo di App Ministeriale Esclusiva: non è più imposto all’esercente NCC l’utilizzo esclusivo dell’applicazione informatica ministeriale per la compilazione del foglio di servizio elettronico. La Consulta ha giudicato tale obbligo estraneo alla materia della «tutela della concorrenza». Secondo la Corte, le attività di controllo sugli operatori NCC possono essere garantite attraverso soluzioni alternative che siano più rispettose della libertà di iniziativa economica privata e del principio di neutralità tecnologica.

La decisione si inserisce in un quadro già segnato dalle sospensioni precedentemente disposte dal TAR Lazio (ordinanza n. 241/2025).
La combinazione dei provvedimenti produce oggi un effetto chiaro: l’efficacia della riforma NCC risulta sospesa, e i vincoli introdotti dal decreto interministeriale non sono più applicabili.

La sentenza del 4 novembre segna una tappa decisiva per la difesa della libertà operativa degli NCC e per il corretto equilibrio delle competenze tra Stato e Regioni.


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