CCNL METALMECCANICI PMI CONFAPI: L’ADEGUAMENTO IPCA E IL FUTURO DEL SISTEMA CONTRATTUALE

News / Paghe e consulenza del lavoro - martedì 19 ago 2025 alle 08:15 | A cura dell'Ufficio Stampa


Nel cuore dell’estate 2025, Unionmeccanica Confapi e le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno siglato un accordo economico che definisce gli aumenti retributivi per il biennio 2025–2026, in attesa del rinnovo completo del CCNL Metalmeccanici PMI Confapi. L’intesa recepisce l’adeguamento all’indice IPCA-NEI (al netto degli energetici importati), fissato dall’ISTAT all’1,3% per il 2024, attivando la clausola di garanzia salariale prevista dal contratto, la quale prevede aumenti salariali lordi per il biennio 2025–2026, pari a 100 € per il 5° livello, suddivisi in tre tranches:
• 27,90 € dal 1° giugno 2025 (già erogati come adeguamento IPCA)
• 22,10 € dal 1° settembre 2025
• 50,00 € dal 1° giugno 2026

Gli aumenti sono riparametrati per tutti i livelli contrattuali. Le aziende che applicano superminimi assorbibili devono comunicare se intendono assorbire questi aumenti prima dell’elaborazione delle paghe di settembre 2025.

L’accordo arriva in un momento delicato per le relazioni industriali. Dopo anni di rinnovi contrattuali faticosi e frammentati, il comparto metalmeccanico delle PMI cerca stabilità. Confartigianato ha accolto positivamente l’intesa, sottolineando l’importanza di “un sistema che sappia coniugare tutela salariale e sostenibilità economica per le imprese”. Confartigianato della Provincia di Ravenna ha invitato le aziende a valutare l’assorbimento degli aumenti nei superminimi, segnalando la necessità di una gestione attenta e condivisa in quanto l’adeguamento retributivo rappresenta un costo aggiuntivo non sempre facile da assorbire. In un contesto di margini ridotti, concorrenza globale e instabilità dei mercati, ogni euro in più in busta paga deve essere valutato in termini di produttività, fidelizzazione e ritorno sociale.

Confartigianato della Provincia di Ravenna evidenzia come il welfare aziendale possa rappresentare una leva di bilanciamento: la possibilità di convertire premi in servizi, l’erogazione di benefit non monetari e l’adozione di piattaforme digitali di welfare sono strumenti sempre più diffusi per contenere il costo del lavoro e migliorare il clima interno. Il CCNL Metalmeccanici Confapi, come altri contratti collettivi nazionali, si fonda su un impianto normativo e salariale che ha garantito per decenni stabilità e diritti. Tuttavia, l’attuale assetto mostra segni di affaticamento. La rigidità delle tabelle, la lentezza dei rinnovi, la difficoltà di adattamento alle nuove forme di lavoro (smart working, lavoro agile, contratti flessibili) pongono interrogativi sulla sua tenuta futura. Le relazioni industriali, pur animate da buona volontà, faticano a trovare un linguaggio comune tra esigenze di tutela e necessità di flessibilità. Il rischio è che il contratto diventi un contenitore formale, incapace di rispondere alle dinamiche reali del mercato. Le PMI metalmeccaniche italiane si trovano oggi in una posizione complessa. Da un lato, devono rispettare gli obblighi contrattuali e garantire aumenti salariali in linea con l’IPCA. Dall’altro, devono affrontare una realtà produttiva in continua trasformazione, dove la flessibilità, la digitalizzazione e la personalizzazione delle condizioni di lavoro sono diventate imprescindibili.

Molte imprese stanno adottando soluzioni ibride: welfare aziendale, premi di risultato convertibili, benefit non monetari, formazione continua. Questi strumenti, se ben integrati, possono compensare l’aumento dei costi fissi e rafforzare il legame tra impresa e collaboratori, ma spesso questa evoluzione si scontra con l’arretramento culturale sul tema di molti lavoratori e la ritrosia preconcetta di organizzazioni sindacali che faticano a stare al passo coi tempi, in quanto impegnate più a competere tra loro per un iscritto in più piuttosto che a trincerarsi in vecchi stereotipi che li limita sia nella loro crescita, sia nella capacità di dare reali risposte alla loro base sia nel dimostrare di essere interlocutori affidabili e preparati nell’affrontare le sfide che ogni giorno le Imprese si trovano innanzi, la vera scommessa oggi è promuovere modelli di contrattazione più dinamici e orientati alla sostenibilità sociale ed economica. L’accordo del 24 luglio 2025 rappresenta un passo importante, ma anche un’occasione di riflessione. Se da un lato conferma l’esistenza concreta del sistema contrattuale, dall’altro evidenzia la necessità di un suo ripensamento profondo. In un tempo in cui il lavoro cambia volto.


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