DIGITALE, AI E RISCHIO AUTOMAZIONE DELLE MPI EMILIANO-ROMAGNOLE

News / Varie - lunedì 08 gen 2024 alle 10:00 | A cura dell'Ufficio Stampa


Confartigianato Emilia-Romagna ha svolto un sondaggio d’ascolto, al quale hanno partecipato circa 800 micro-piccole imprese e imprese artigiane, sul tema 'Persone, evoluzione digitale e sostenibilità delle MPI emiliano-romagnole’.

La diffusione di sistemi di Intelligenza artificiale delinea una marcata discontinuità con il passato, determinando un cambio di paradigma, con effetti sul mercato del lavoro, sui processi di formazione, sulla gestione delle competenze imprenditoriali, sulla mobilità e sull’ambiente.

I risultati del sondaggio evidenziano come nell’arco degli ultimi 4 anni una MPI su 10 che lavora in subfornitura dichiara di aver perso commesse a seguito di processi di automazione e/o robotizzazione di uno o più dei principali committenti.

Tra le MPI emiliano-romagnole l’8,0% offre beni e/o servizi in ambito dell’intelligenza artificiale e della robotica, si tratta per lo più di imprese dei Servizi (tra cui rientra l’ICT) e della Manifattura.
Una MPI su 4 (24,5%) ritiene che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrà avere impatti più o meno rilevanti sull’attività della propria impresa. Di queste – che non ritengono neutrale l’evoluzione dell’IA – una quota maggiore, pari al 69,4%, considera lo sviluppo dell’IA un’opportunità, mentre una quota pari al 30,6% lo reputa un pericolo. Per un’impresa che ritiene lo sviluppo dell’IA un pericolo ve ne sono due che identificano un’opportunità.

Lo sviluppo di sistemi di IA rappresenta più:
Valori % ponderati per settore



Tra i principali rischi identificati dalle MPI come conseguenza dello sviluppo dell’IA al primo posto abbiamo la perdita di posti di lavoro (36,9%). Seguono il 31,2% di MPI che indica il venir meno della capacità di creare oggetti unici e rispondere ad esigenze personali e il 31,2% di MPI che identifica come conseguenza negativa dell’utilizzo dell’IA l’appiattimento della fantasia e della creatività che sta alla base del made in Italy. Molte MPI intervistate identificano il fatto che nell’artigianato è necessario ancora l’impiego di lavoro manuale, in quantità e modalità differenti a seconda del mestiere, come fattore che limita l’impatto dell’IA sull’attività d’impresa riparandole, almeno momentaneamente, dalle conseguenze più catastrofiche.
Tra le principali opportunità messe in gioco dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale le MPI identificano nel 29,8% dei casi lo snellimento del lavoro, nel 27,6% dei casi l’abbattimento dei costi d’impresa e nel 27,3% dei casi il supporto per sopperire alla mancanza di personale.
Nel dettaglio la quota di MPI che conosce in modo più o meno approfondito i potenziali sviluppi che potrà avere l'intelligenza artificiale nel settore si attesta al 9,3%. La maggior parte di queste imprese maggiormente consapevoli dell’evoluzione digitale del settore d’appartenenza indicano che per cogliere le sfide poste dalla transizione digitale mossa dall’IA sarà per lo più necessario ampliare gli investimenti e implementare attività di formazione del personale.

Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL nel 2022 due MPI emiliano-romagnole su tre (il 67,2%) ha investito in almeno uno dei vari ambiti della trasformazione digitale – tecnologia, modelli organizzativi aziendali e/o sviluppo di nuovi modelli di business – e tali investimenti digitali hanno avuto un impatto sul capitale umano: il 28,6% di queste imprese ha svolto formazione per il personale già presente per l’adeguamento delle competenze alle nuove tecnologie/nuovi modelli organizzativi e di business, il 10% ha attivato servizi di consulenza e il 4,1% ha reclutato nuovo personale con competenze adeguate alle nuove tecnologie/ai nuovi modelli organizzativi e di business, per permettere una migliore messa a terra dell’investimento grazie alle giuste competenze.

A livello provinciale si osserva una maggior propensione ad investire nei vari ambiti della trasformazione digitale tra le MPI di Modena (70,3%), Parma (70,1%) e Bologna (69,8%). Hanno investito in formazione a seguito della trasformazione digitale con quote maggiori le MPI di Modena e Bologna (entrambe con 30,5%) e Reggio Emilia (30,3%).

Quota MPI che hanno fatto almeno un investimento digitale in Emilia-Romagna
Anno 2022; Valori % ponderati per dimensione aziendale


Quota MPI che hanno investito in formazione a seguito della trasformazione digitale
Anno 2022; Valori % ponderati per dimensione aziendale





Risultati sondaggio d'ascolto 'Persone, evoluzione digitale e sostenibilità delle MPI emiliano-romagnole'

FOCUS PROVINCIA DI RAVENNA:


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